martedì 17 maggio 2011

mondo EMO: e guardate se non sono tutti indaco(o cristallo) con video!

Punk, Metallari, Dark, Gabber e ora gli Emo. Non sto parlando in coreano o di popoli extra-terresti ma di tendenze musicali giovanili che spesso sfociano in un vero proprio modo di vivere. L’EMO, inizialmente, era un genere di musica punk – rock e descriveva lo stile sonoro di Washington DC nella metà degli anni ’80.
Il termine deriva da “emotional” (emozionale) perché le band che ne facevano parte volevano emozionare l’ascoltatore con le proprie sonorità.
Tutto ha inizio nel 1984, anno in cui esce “Zen Arcade” degli Husker Du, gruppo di Minneapolis che, con questo album, segnano un nuovo suono caratterizzato da vocals intensi e furiosi ma con tempi rock rallentati e testi più lirici ed introspettivi. Questo approccio musicale fu, poi, seguito da altre band punk come i Rites of The Spring che vengono considerati il primo gruppo emo in assoluto.
In realtà, furono i Moss Icon ad incentrarsi veramente sulle emozioni più che sull’energia punk, diventando il vero punto di partenza per il movimento emo. Oggi, il termine, diventato di moda, è stato un po’ abusato e lo utilizzano in un panorama piuttosto vasto, per gruppi diversi per stile e sonorità. Anche lo stile legato alle prime band emo è un po’ cambiato.
Negli anni ’80 si caratterizzava soprattutto per la vicinanza con lo skate mentre ai giorni nostri assume particolarità diverse e si estende oltre, andando a toccare anche chi non sa neanche dell’esistenza di questa musica. Basta guardarsi attorno. Per strada li riconosci dalla frangia assimetrica della loro acconciatura e da un abbigliamento un po’ eccentrico, molto aderente. Esagerato. Se poi ti avvicini, noti che anche gli uomini hanno gli occhi truccati. Hanno di solito dai tredici ai sedici anni (ma ce ne sono di piu grandi), ascoltano generi di musica alternativa e, quasi sempre si ritrovano tra di loro. Vivono un mondo che non trovano nella quotidianità e che è tutto loro. (ditemi se non sono tutti bambini indaco o cristallo!!) . Il nascondere il viso con i capelli è un elemento importante per gli emo, ragazzi che si definiscono amanti della notte, della solitudine e con una grande sensibilità. Vestono All Star, felpe con stelle, cuori spezzati o teschi, smalto nero e hanno gli occhi pesantemente truccati. In realta’, ascoltando chi ci e’ dentro, il look e’ solo un modo di esprimere se stessi, (o anche a parer mio, di attirare l’attenzione, ma non nel modo negativo. Certo in un mondo come questo e’ probabile che i genitori di questi ragazzi non abbiano abbastanza tempo x occuparsi di loro.. =>GRIDA D’AIUTO).
In Italia si è iniziato a parlare di questa nuova subcultura utlimamente, quando anche i programmi televisivi hanno iniziato a occuparsene.
L’inchiesta che ha fatto più scalpore è stata quella delle «Iene» che sono riuscite a entrare anche a una delle loro feste, nelle quali, secondo l’inviato del programma, accadrebbe di tutto: sesso libero, anche di gruppo e musica a tutto volume. Eccovi il link del video
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/182129/toffa-il-mondo-degli-emo.html
Così anche noi de «Il Giullare», abbiamo voluto sapere di più su questi nuovi giovani, di queste mode che si stanno espandendo un po’ ovunque. A Montecatini abbiamo incontrato una ragazza un po’ più grande, ma che da sempre segue la cultura Emo. Si chiama Martina Bini, ma lei preferisce il cognome Smith: «Semplicemente perché richiama gli Usa, il mio paese ideale, il mio sogno».(sogno di vivere altrove). Non è un caso che dica cosi, perché gli Emo sono nati proprio là, precisamente nell’area di Washington DC negli anni ‘80, dalla scena musicale hardcore punk/post-hardcore e straight edge. «Ho saputo tutto del mondo Emo da internet – racconta Martina – già quando avevo quindici, sedici anni, iniziavo a vestirmi in modo diverso dagli altri, ad attaccare le extension ai capelli, a voler essere alternativa insomma. Poi, dopo varie evoluzioni ho scelto questo stile, che si chiama «Scene queen», ovvero regina della scena, una ragazza che ama stare al centro dell’attenzione, mostrarsi, far vedere il suo stile, il look. Sul network netlog le mie foto sono molto visitate».
In un abbigliamento tutto suo, ma curato nei minimi particolari e molto colorato. «La diversità tra me e un emo è che io ho un’immagine più allegra, più colorata. Mentre di solito loro tendono ad essere tristi». Quando la ragazza parla, dal telefono escono le note della sua musica preferita, roba forte, alternativa: «L’artista si chiama Jeffree Star è un trans scene queen, fa musica elettronica molto bella».
E le feste a tutto sesso? Le domandiamo se ne ha mai frequentate: «Si, andavo spesso a Firenze al «Durex» (il nome della serata), però credo che il servizio delle Iene sia un po’ esagerato. Non ho mai visto scene di sesso in quei locali, al massimo vedi ragazzi maschi che si baciano tra loro, perché è molto diffusa la bisessualità in certi contesti. Anzi, posso dire una cosa: alle feste Emo non gira droga, sono ragazzini molto piccoli. Quello è perlopiù un problema delle discoteche, dove c’è musica house, frequentate da altri tipi di ragazzi che noi chiamiamo «truzzi» o tra i fighetti. La pasticca di ecstasy o la cocaina, infatti, si nascondono di più dietro una bella camicia o sotto un paio di occhiali da sole, che tra quei ragazzi che apparentemente sembrano strani perché si truccano».
E in più, vivere in provincia, non deve essere semplice per chi si veste come lei. «Non è per niente facile. Spesso mi sento urlare dietro espressioni del tipo sei ridicola, datti fuoco. Ma il problema non è mio, piuttosto è di queste zone di provincia dove non si accettano le diversità culturali. Io resto tranquilla, tanto lo so che un giorno andrò negli Usa».

1 commento:

  1. Bravissima, per il blog che tieni.. Per quanto riguarda gli emo, anch'io avevo fatto un pensiero del genere. Dicono che comunque una percentuale molto alta dei bambini degli anni 90 e 2000 siano indaco o cristallo; quindi potrebbe essere normale che effettivamente anche gli emo lo siano. In parte la sensibilità delle nuove generazioni e la sensibilità degli indaco possono essere collegate. Devi tenere presente però che molti di questi emo sono inconsapevoli del loro potenziale, o non sanno ancora bene quale sia la loro direzione. Dico questo in seguito a un campeggio dove ero animatrice in cui c'erano dei ragazzi emo. Forse è una prerogativa di gran parte delle nuove generazioni avere un aura indaco; ma mi auguro che sappiano orientarla, perché da quel che ho visto io, non esprimevano molta sensibilità e era per lo più un fatto di moda il motivo del loro modo di comportarsi. Anch'io quando ho sentito parlare degli emo per la prima volta mi sono sentita chiamata in causa, perché mi reputo sensibile. Ti ripeto, quelli che ho conosciuto non si comportano in maniera molto diversa dai loro altri coetanei, e ho riscontrato maggior sensibilità in persona più discrete e lontane dalle mode, i ragazzi che di solito non si fanno notare. Poi che questi emo siano indaco e che il fatto di sentirsi emo sia uno sfogo alla loro energia, questo può essere. E' probabile che più si vada avanti più l'energia evolva e i nuovi nati siano diversi e con un diverso titpo di energia. Però questa energia devono imparare ad orientarla.

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